La Ballata di Tam Lin, il cavaliere elfico

Leggenda Scozzese

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    TAM LIN IL CAVALIERE ELFICO

    La bella Janet era la figlia di un conte delle Terre Basse che viveva in un grigio castello circondato da campi verdi. Un giorno, stanca di ricamare e di giocare a scacchi con le altre dame del castello, decise di andare a esplorare i boschi di Carterhaugh: indossò un mantello verde, raccolse i capelli biondi e partì.

    Vagò attraverso quiete radure erbose piene di ombre, dove le rose selvagge crescevano rigogliose e le campanule dai verdi stami formavano un soffice tappeto. A un certo punto Janet allungò una mano per cogliere una rosa bianca da appuntare alla vita, ma appena staccò il fiore un giovane uomo le comparve davanti sul sentiero.

    «Come osi tu cogliere le rose di Carterhaugh e vagare per questa foresta senza il mio consenso?» chiese a Janet. «Non intendevo fare alcun male» rispose la ragazza «lo sono il guardiano di questi boschi e devo fare in modo che nessuno disturbi la loro quiete» le spiegò il giovane.

    Poi lentamente sorrise, come se lo facesse dopo molto tempo, e raccolse una rosa rossa che cresceva vicino alla rosa bianca. «Eppure ti darei tutte le rose di Carterhaugh tanto sei bella»
    disse. Prendendo la rosa Janet gli chiese: «Chi sei tu che parli così dolcemente?». «Il mio nome è Tam Lin» replicò il giovane. «Ho sentito parlare di te!» gridò atterrita Janet. «Tu sei un cavaliere degli Elfi!» e spaventata allontanò da se la rosa. «Non devi temere, dolce Janet» disse Tam Lin «perché anche se tutti pensano che io sia un cavaliere degli Elfi, in realtà sono un essere umano proprio come te.» E mentre Janet meravigliata ascoltava, egli raccontò la sua storia.
    «I miei genitori morirono quando ero un bambino e mio nonno, il conte di Roxburg, mi portò a vivere con se. Un giorno mentre stavamo cacciando nel bosco profondo, uno strano vento gelido proveniente dal nord cominciò a soffiare scuotendo ogni foglia.

    Un profondo torpore mi avvolse e caddi da cavallo. Quando mi risvegliai mi trovai nel paese delle Fate; la regina degli Elfi mi aveva rapito mentre dormivo.» Poi tacque per un attimo, ripensando a quella verde terra incantata. «Da quel giorno sono prigioniero dell'incantesimo della regina degli Elfi. Durante il giorno sorveglio i boschi di Carterhaugh, e la notte torno nel bosco fatato. Oh Janet, ho una grande nostalgia della vita mortale; vorrei con tutto il cuore liberarmi dall'incantesimo che grava su di me!» Le sue parole suonavano così addolorate che Janet disse: «Non c'è alcun modo per liberarti?».
    Tam Lin prese la mano di Janet fra le sue e disse: «Stanotte, Janet, è Halloween, e ogni anno, in questa notte, è possibile ricondurmi alla vita mortale. Nella notte di Halloween le creature fatate cavalcano oltre i confini del loro regno e io vado con loro».

    «Dimmi cosa posso fare per aiutarti» disse Janet. «Con la forza del mio cuore ti ricondurrò fra gli uomini.»
    Tam Lin disse: «A mezzanotte dovrai andare al crocevia e aspettare che passi la schiera fatata a cavallo. Resta ferma e lascia passare le prime due compagnie. lo sarò con la terza, monterò un cavallo bianco e avrò un cerchio d'oro sulla fronte. Appena mi vedi corri da me e abbracciami forte; qualunque cosa accada tu tienimi stretto e non lasciarmi, e in questo modo mi permetterai di tornare fra gli uomini».
    Poco dopo la mezzanotte, Janet si diresse verso il crocevia e aspettò all'ombra di un cespuglio di biancospino. L 'acqua dei fossi rifulgeva alla luce lunare, i cespugli spinosi proiettavano strane ombre sul terreno e i rami degli alberi si agitavano in modo inquietante sulla sua testa. A un tratto avvertì in lontananza un debole suono di campanelli e capì che i cavalli fatati si stavano avvicinando.

    Tremando un poco si avvolse nel mantello e, sbirciando lungo la strada, vide il balenio argentato dei finimenti, poi la candida criniera del primo cavallo; e in un attimo comparì l'intera schiera fatata: i pallidi volti degli Elfi erano rivolti verso la luna, i loro strani riccioli erano scomposti dal vento.
    Janet restò ferma mentre passava la prima compagnia, con la regina degli Elfi a cavallo di un nero destriero; ne si mosse quando passò la seconda, ma appena vide il bianco destriero di Tam Lin e il luccichio del cerchio d'oro sulla sua fronte uscì di corsa dai cespugli e afferrando la briglia lo trascinò a terra avvolgendolo nel suo abbraccio.

    Subito si levò un grido: «Tam Lin va via!». Il cavallo della regina si impennò e tornò sui suoi passi; la regina posò i suoi bellissimi occhi su di loro, e con un sortilegio trasformò Tam Lin in una piccola lucertola che Janet continuò a stringere al petto. A quel punto avvertì qualcosa strisciare fra le dite e si accorse che la lucertola si era trasformata in un gelido, viscido serpente, che ella abbracciò mentre le avvolgeva le spire intorno al collo. Improvvisamente provò un intenso dolore alle mani: il serpente si era trasformato in una barra di ferro rovente. Lacrime di dolore scesero lungo le gote di Janet che tuttavia non abbandonò la presa e continuò a stringere a se Tam Lin.

    Allora la regina degli Elfi capì di aver perso Tam Lin a causa del saldo amore di una donna mortale e gli restituì sembianze umane: Janet si ritrovò così fra le braccia un uomo nudo. Trionfante avvolse Tam Lin nel suo mantello verde e mentre la compagnia degli Elfi riprendeva il cammino e una sottile mano verde afferrava le briglie del cavallo di Tam Lin, si udì la voce della regina levarsi in un lamento amaro: «Ho perso il più bel cavaliere della mia compagnia, tornato al mondo dei mortali. Addio Tam Lin! Se avessi saputo che una donna ti avrebbe conquistato con la forza del suo amore ti avrei privato del tuo cuore di carne per
    sostituirlo con uno di pietra. Se avessi saputo che la bella Janet sarebbe venuta nel bosco di Carterhaugh, avrei sostituito i tuoi occhi grigi con degli occhi di legno».
    Mentre la regina parlava la notte rischiarò e, alla debole luce dell'aurora, con uno strano grido, i cavalieri fatati rimontarono sui loro cavalli e scomparvero. Mentre il suono dei campanelli si faceva sempre più lontano, Tam Lin prese fra le sue una delle povere mani piagate di Janet e insieme tornarono al castello, dove viveva il padre di lei
    .


    Annotazioni (dal sito Terre Celtiche:

    * La ballata del Cavaliere elfico Tam Lin, è di origine scozzese e risale al tardo Medioevo , ci sono molte varianti del nome Tom Line, Tom Linn, Tamlin, Tomaline Tam-line e Tam Lane come moltissime sono le varianti testuali. Una melodia dal nome “Young Thomlin” è del 1600, ma gli storici riallacciano l’origine della ballata al XIII secolo. La ballata è stata trascritta da Robert Burns nel 1792 (in Johnson’sMuseum) e costituisce una delle varianti collezionate da Francis James Child in “The English and Scottish Popular Ballads”

    * La storia è narrata anche come fiaba e ha mantenuto molti riferimenti alle leggende celtiche più antiche, la versione attualmente accreditata è quella per bambini, ma la storia di Tam Lin è molto più complessa e oscura.

    * I protagonisti della storia sono due: la giovane nobildonna di nome Janet o Margaret, che all’arrivo della Primavera decide di andare nel bosco a raccogliere i fiori e resta incinta dell’elfo; Tam Lin il giovane cavaliere prigioniero delle fate che desidera fuggire per ritornare al mondo degli uomini.

    * A leggere tra le righe sembra che l’uomo sia stato sottoposto a una specie di apprendistato magico e che si trovi a vivere come dire “in prova” nel bosco sacro: solo dopo sette anni apparterrà definitivamente al mondo delle fate e perderà la sua umanità (storicamente Tamlane è stato identificato come figlio di Randolph conte di Moray o Murray)

    * C’è anche un terzo personaggio della storia, la Regina delle Fate, che compare nella seconda parte: per lo più considerata in modo neutro e in alcune versione vista in chiave negativa.

    * Nella tradizione popolare celtica le fate vivono raggruppate per regni ognuno con il suo tumulo o collina fatata come “castello” in cui vivono allegramente tra feste, musica e balli. La loro dimensione spaziale e temporale è diversa dalla nostra e possono camminare tra di noi senza essere visti. Si muovono velocemente nell’aria e mutano forma a piacimento, non è chiaro però se siano immortali. E’ importante non offendere queste creature fatate con comportamenti azzardati o sciocchi perché possono essere molto vendicative. A volte sono considerati spiriti della natura e guardiani di alcuni luoghi, alberi o sorgenti e laghetti incontaminati.

    * I LUOGHI
    La storia è ambientata in un luogo reale e ben identificato, il bosco di Carterhaugh tuttora esistente a Selkirk (nel Border scozzese) dove confluiscono i fiumi Ettrick e Yarrow
    1 bosco di Carterhaugh
    2 pozzo di Tam Lin (oggi contrassegnato da una targhetta): le sorgenti spontanee sono delle entrate nel mondo delle fate e principalmente un dono della madre terra. Oltre alle proprietà curative si riteneva che queste acque magiche portassero fertilità alle donne sterili. Anticamente si gettavano monete, amuleti ed oggetti vari in questi pozzi sacri (il pozzo dei desideri delle fiabe). Tam Lin vive proprio nel pozzo e compare solo quando si colgono le rose che presumibilmente vi crescono accanto (l’elfo delle Rose). Attualmente la sorgente naturale è incanalata in un tubo ed è raccolta da una piccola vasca di pietra, ma è documentata dalla Commissione Reale sui monumenti storici e antichi della Scozia che un tempo qui doveva esserci un avvallamento con il pozzo. La leggenda locale narra che il giovane Tamlane era a caccia, ma cadde da cavallo e venne rapito dalla Regina delle Fate per essere trasformato in elfo custode del pozzo.
    3 ponte dove la donna si apposta per vedere il passaggio della schiera fatata. E’ noto che solo in periodi particolari dell’anno è possibile vedere le fate e solo in posti particolari che sono una via di mezzo o un confine come ad esempio i ponti
    4 Vecchio Mulino (altro alternativo luogo dell’incontro)
    5 Newark Castle: secondo Sir Walter Scott il castello di Janet è quello di Newark già all’epoca un “rudere romantico” che sovrasta il fiume Yarrow.
    6 Aikwood (altra possibile alternativa del castello di Janet)

    PRIMA VERSIONE
    Anche se non è espressamente citato il mese di Maggio è del tutto evidente che il periodo in cui si incontrano la bella Janet e l’elfo è quello primaverile, essendo fiorite le rose: per la verità è un po’ insolito che in un bosco selvatico crescano dei cespugli di rose, ma qui siamo nel regno delle fate -che amano le rose- e quindi le fanno crescere dove vogliono (ce la possiamo però immaginare nella varietà di rosa canina).
    Tutta la prima parte della ballata è una chiara allusione alla prima esperienza sessuale, volontariamente ricercata dalla fanciulla che si addentra nel bosco sacro: la rosa è anche “la rosa delle rose” femminile e il mantello che copre il pudore della donna (e rappresenta la protezione paterna) deve essere lasciato in pegno e quindi perso, non concordo perciò con le interpretazioni che vedono il rapporto tra i due come una violenza da parte maschile, anzi ci sono tutti i segni di un antico rituale di iniziazione sessuale.
    Il rapporto sessuale tra i due qui non è esplicitato, ma il padre dopo un po’ si accorge della gravidanza della figlia ed ella rivendica con orgoglio la paternità all’elfo non accettando nessun altro matrimonio riparatore.
    Nella seconda parte è arrivata la stagione dell’Inverno, durante la festa celtica di Samain, e ci sono le prove che Janet deve superare per liberare l’elfo, le illusioni della regina delle fate che le faranno credere di assistere alla trasformazione di Tam Lin in drago (o serpente) e in orso; ma lei dovrà dare prova di coraggio e di grande amore e tenere stretto a sè il cavaliere finchè comparirà nudo tra le sue braccia; allora lo dovrà avvolgere nel suo mantello. In altre versioni lo dovrà gettare nelle acque del pozzo, che qui però non è mai citato.
    Un tema simile di trasmutazione in animali è presente nella favola cretese di Thetis e Peleus ovvero i genitori di Achille, e in effetti i due racconti sono simili ma nel mito greco è la donna ad essere una nereide e a trasformarsi prima di poter diventare umana.
    Nella illustrazione (fiabesca, sognante) di Stephanie Law vediamo il passaggio della schiera fatata sul ponte, ove si distingue il cavallo bianco di Tam Lin. La luna è calante, ma il dettaglio è errato perché la notte di Samain coincide con la luna nuova (la data una volta non era fissa, ma era regolata sul calendario lunare)
    La ballata non ha un lieto fine perché la regina delle fate lancia una maledizione mortale sulla donna.

    Testo in lingua originale della prima versione:

    “I forbid you maidens all
    that wear gold in your hair (1)
    To travel to Carter Hall (2)
    for young Tam Lin is there
    None that go by Carter Hall
    but they leave him a pledge
    Either their mantles of green
    or else their maidenhead”.
    Janet tied her kirtle green
    a bit above her knee
    And she’s gone to Carter Hall
    as fast as go can she.
    She’d not pulled a double rose,
    a rose but only two
    When up there came young Tam Lin
    says “Lady, pull no more”.
    “And why come you to Carter Hall
    without command from me?” (3)
    “I’ll come and go”, young Janet said,
    “and ask no leave of thee”.
    Janet tied her kirtle green
    a bit above her knee
    And she’s gone to her father
    as fast as go can she
    Well, up then spoke her father dear
    and he spoke meek and mild
    “Oh, and alas, Janet,” he said,
    “I think you go with child”
    “Well, if that be so,” Janet said,
    “myself shall bear the blame
    There’s not a knight in all your hall
    shall get the baby’s nameFor if my love were an earthly knight
    as he is an elfin grey
    I’d not change my own true love
    for any knight you have”Janet tied her kirtle green
    a bit above her knee
    And she’s gone to Carter Hall
    as fast as go can she

    “Oh, tell to me, Tam Lin,” she said,
    “why came you here to dwell?”
    “The Queen of Faeries caught me
    when from my horse I fell

    And at the end of seven years (4)
    she pays a tithe to hell
    I so fair and full of flesh
    and feared it be myself

    But tonight is Hallowe’en
    and the faery folk ride
    Those that would their true love win
    at Miles Cross they must buy.
    So first let past the horses black
    and then let past the brown
    Quickly run to the white steed (5)
    and pull the rider down
    For I’ll ride on the white steed,
    the nearest to the town
    For I was an earthly knight,
    they give me that renown
    Oh, they will turn me
    in your arms to a newt or a snake
    But hold me tight and fear not,
    I am your baby’s father.
    And they will turn me
    in your arms into a lion bold
    But hold me tight and fear not
    and you will love your child.
    And they will turn me
    in your arms into a naked knight
    But cloak me in your mantle
    and keep me out of sight.”
    In the middle of the night
    she heard the bridle ring
    She heeded what he did say
    and young Tam Lin did win
    Then up spoke the Faery Queen,
    an angry queen was she
    “Woe betide her ill-farred face,
    an ill death may she die”Oh, had I known, Tam Lin,” she said,
    “what this knight I did see
    I have looked him in the eyes (6)
    and turned him to a tree”



    Traduzione in italiano del testo della prima versione:

    Attente voi tutte fanciulle
    che avete il capello dorato (1)
    all’Argine dei Biancospini (2)
    che da Tamlino è abitato
    !Chi passa per i Biancospini
    un pegno lasciare dovrà:
    Il verde mantello che porta
    o la sua verginità.
    Giovanna con la veste verde
    che scopre le gambe di un po’
    all’Argine dei Biancospini
    corre più svelta che può.
    Aveva già colto una rosa
    un’altra voleva staccare
    Ed ecco, le appare Tamlino:
    “Donna, non me le toccare!
    Perché vieni qui ai Biancospini
    se non hai l’invito da me? (3)”
    “Io vado dovunque mi pare,
    non devo chiederlo a te!”
    Giovanna con la veste verde
    che scopre le gambe di un po’
    a casa dai suoi genitori
    corre più svelta che può.
    Il padre la guarda e le parla,
    la voce è un sommesso bisbiglio
    “Ahimè mia Giovanna” le dice
    “Credo che tu aspetti un figlio.”
    “Se è vero” risponde Giovanna
    “Io sola e soltanto so come,
    nessuno dei tuoi cavalieri
    può dare al bimbo il suo nome.
    Se solo il mio amore
    non fosse un elfo verdastro e fatato!
    Perché non lo voglio cambiare
    con chi è del nostro casato.”Giovanna con la veste verde
    che scopre le gambe di un po’
    All’Argine dei Biancospini
    corre più svelta che può”Tamlino, raccontami” dice
    “Perché vivi qui in questo stallo?”
    “La Fata Regina mi prese
    quando cascai dal cavallo.

    Al settimo anno (4) lei deve
    pagare all’inferno un balzello,
    un uomo piacevole e forte:
    temo che io sarò quello.

    Ma questa è la notte dei Santi
    e tu mi puoi ancora salvare,
    ché passa il corteo delle fate:
    devi a un incrocio aspettare.
    Tu lascia passare i cavalli
    che han pelo nero o marrone,
    Ma quando vedrai quello bianco (5)
    tira giù chi è sull’arcione,
    perché io sarò il cavaliere
    che ti troverai fra le mani:
    Il bianco destriero è un onore
    solo per gli esseri umani.
    Allora sarò trasformato
    in drago o serpente fischiante
    ma stringimi senza temere,
    pensa che sono il tuo amante.
    Allora sarò trasformato
    in orso o leone ferino
    ma stringimi senza temere,
    son il padre del tuo bambino.
    Infine sarò trasformato
    in un cavaliere spogliato
    avvolgimi nel tuo mantello,
    tienimi bene celato.”
    Giovanna nella notte fonda
    ascolta il corteo scalpitare
    fa come Tamlino le ha detto
    e lo riesce a salvare.
    La Fata Regina si volta
    le parla con voce furiosa:
    “Tu sia maledetta,
    tu muoia di morte assai dolorosa.
    Se avessi saputo, Tamlino,
    di avere da te questo sdegno
    ti avrei trasformato con gli occhi
    in un bel pezzo di legno!” (6)


    Note alla prima versione:

    1) wear gold in your hair: il traduttore italiano scrive “capello dorato”. In effetti è un po’ strano che il cantastorie si voglia rivolgere solo alle fanciulle dai capelli biondi (anche se nel Medioevo erano “di moda”) ma ricordando quanto già espresso da Giordano Dall’Armellina in merito, sappiamo che era costume per le ragazze da marito portare dei fermagli d’oro (o retine dorate, cerchietti) nei capelli; il menestrello quindi si rivolge alle fanciulle vergini per avvertirle di non avventurarsi nel bosco di Carterhaugh perché è abitato da un elfo (è noto che gli elfi siano ottimi amanti nonché bramosi di conquistare la virtù di vergini fanciulle!) infatti nella strofa successiva si annuncia proprio il rischio di perdere la verginità a causa dell’elfo.
    2) Carterhaugh: è una località della Scozia e il pozzo dell’elfo è ancora esistente, qui tuttavia non è mai citato, forse nel tentativo di cristianizzare la storia
    3) prima di entrare nel greenwood ossia nel bosco sacro è necessario chiedere il permesso delle fate che lo abitano, Lady Janet essendo la proprietaria del bosco si comporta in modo incauto.
    4) sette anni è un periodo simbolico per indicare una punizione, una volta era anche la durata di un apprendistato per imparare un mestiere, ma anche la durata giuridica per poter dichiarare legalmente morta una persona scomparsa. Viene così a delinearsi una posizione transitoria di Tam lin: un prigioniero, un apprendista mago o un uomo in attesa di passare definitivamente nel Mondo delle Fate?
    Il periodo sta per scadere con la notte di Halloween, una delle feste celtiche più importante con quella di Beltane: ossia la festa dell’Inverno (detta Samhain). In effetti il giovane cavaliere è andato a cacciare impunemente nel bosco sacro, profanando il tabù dell’inviolabilità, così la regina delle fate lo tiene prigioniero. Qui è citato, molto cristianamente, il tributo che le fate devono versare al diavolo, un allusione ai sacrifici umani che si credeva facessero i pagani alle divinità boschive!
    5) il cavallo bianco riservato a Tam Lin indica la particolare bellezza dell’elfo, della sua purezza in quanto umano non ancora trasformato completamente in elfo (e quindi visto in modo non ancora demoniaco come invece sono considerate le altre fate – sempre chiaramente dal punto di vista cristiano)
    6) l’uomo con gli occhi intatti ha mantenuto la conoscenza appresa nel mondo fatato o quantomeno la capacità di vedere ancora le fate (che notoriamente hanno il dono dell’invisibilità).

    SECONDA VERSIONE

    Questa lunghissima versione è eseguita con l’ausilio della sola voce, proprio come probabilmente la ballata era eseguita nell’antichità. Rispetto alla prima versione si aggiungono ulteriori dettagli in merito alle origini aristocratiche di Janet: lei è la proprietaria del Bosco, donatogli dal padre, e vive nei pressi in dolci svaghi, attorniata dalla corte e dalle sue dame di compagnia.

    Quando la gravidanza risulta evidente dal gonfiore sotto alle vesti la donna non vuole dire il nome del padre e rifiuta di essere data in sposa a qualcuno della corte.
    In questa versione ritorna nel bosco per cercare piante abortive, perché di certo non può sposarsi con un elfo, ma quando coglie le rose Tam Lin riappare e le rivela di essere stato un uomo anche di un certo rango. Anche in questa versione non viene menzionato il pozzo ma è il mantello verde di Janet a proteggere l’uomo “rinato” dalla regina delle fate, che proprio per il suo colore magico lo coprirà nella fuga (ma anche un po’ di realismo ci vuole dopotutto siamo a novembre!)

    Testo in lingua originale della seconda versione:

    I forbid ye, maidens a
    That wear gold in your hair
    Tae come or gae by Carterhaugh
    For young Tam Lin is there.
    There’s nane that gaes tae Carterhaugh
    But pays to him their fee,
    Either their rings or green Mantlel
    Or else their maidenheid.
    Janet has kilted her green kirtle
    A little abune her knee,
    and she has gane to Carterhaugh
    as fast as she could hie
    She hadnae pu’d a double rose
    A rose but and a briar
    When oot and started Young Tam Lin,
    Says, “Lady, ye’ll pu’ nae mair.”
    ‘Why pu’ ye the rose, lady,
    And why break ye the wand?
    And why come ye tae Carterhaugh
    Withooten my command?”
    “Carterhaugh is mine,” she said,
    My daddy gie tae me,
    And I will come tae Caterhaugh
    Withoot the lief o’ thee.
    He’s taen her by the milk-white haund (8)
    And by the grass-green sleeve,
    and laid her doon upon a bank,
    and didnae ask her leave.
    Janet has kilted her green kirtle
    a little abune her knee,
    And she has gane tae her daddy’s hoose
    As fast as she could hie.
    There were fowre-and-twenty ladies fair
    A-playing’ at the ba’,
    And Janet gaed like ony queen,
    A flowr amang them a’.There were fowre-and-twenty ladies fair
    A-playing’ at the chess,
    And Janet gaed amang them a’
    As green as ony grass.Oot spak then an auld grey knicht,
    Stood owre the castle wa’,
    And said, “Alas, dear Janet
    But I fear ye’ve gotten a fa’,
    Your petticoat is gey shorter
    and we’ll be blamed a’.”

    O Haud yer tongue, ye old grey knicht
    And an ill deith may ye dee
    Faither my bairn on wha I will
    I’ll faither nane on thee.

    Then oot spak her auld faither,
    Says, “Janet, you’re beguiled.
    Your petticoat is gey shorter
    I fear ye gang wi’ child.”

    “O if I gang wi’ bairn, faither,
    It’s I will tak’ the blame.
    There’s no’ a knicht aboot your ha’
    Sha’ bear my bairnie’s name.

    Janet as kilted her green kirtle
    a little abune her knee,
    And she’s has gane tae Carterhaugh
    as fast as she could hie

    She hadnae pu’d a double rose
    A rose but and a briar
    When oot and started Young Tam Lin,
    Says, “Janet, ye’ll pu’ nae mair.”

    “Why pu’ ye the rose, Janet,
    Amang the leaves sae green?
    A’ for to kill the bonnie babe
    That we gat us between.”

    “Tell me, noo, Tam Lin,” she said,
    “For’s His sake wha died on tree,
    Gin ever ye were in holy kirk
    or else in Christendee.(9)

    “Roxburgh was my grandfaither
    And wi’ him I did ride,
    And it fell oot upon a day
    That wae did me betide.

    Ay, it fell oot upon a day,
    A cauld day and a snell,
    When we were fae the hunting come
    That fae my horse I fell.

    The Queen o’ Elfinland passed by,
    Took me wi’ her to dwell,
    E’en whaur there is a pleasant place
    For them that in it dwell,
    Though at the end o’ seiven year
    They pay their soul to Hell.

    The nicht it is auld Hallow E’en
    When elfin folk do ride,
    And them that would their true-loves win
    At Miles Cross they maun bide.”
    But tell me noo, Tam Lin,” she said,
    “When ye’re amang the thrang,
    Hoo should I ken my ain true-love
    amang that unco band? (10)”
    “Some will ride the black, the black,
    And some will ride the broon,
    But I’ll be on the milk-white horse
    Shod wi’ the siller shoon.”
    The ae hand will be gloved, Janet
    the other will be bare,
    And by these tokens’ I’ll gie ye,
    Ye’ll ken that I am there.”
    The first company that passes by,
    say “na” and let them gae,
    The second company that passes by,
    Then let them gang their way,
    But the third company that passes by
    Then I’ll be yin o’ they.
    Ye’ll hie ye tae my milk-white steed
    and pu’ me quickly doon,
    Throw your green kirtle owre me
    To keep me fae the rain
    They’ll turn me in your airms, lady
    Tae an adder and a snake,
    But haud me fast unto yer breist
    Tae be your worldy mate.
    They’ll turn me in your airms, lady
    A spotted toad (11) to be,
    But haud me fast unto your breist
    T’enjoy your fair body.
    They’ll turn me in your airms, lady
    Tae a mither-naked man,
    Cast your green kirtle owre me
    To keep me frae the rain.First put me in a stand o’ milk (12)
    Syne in a stand o’ water,
    and haud me fast unto your breist
    I am your bairn’s father.Janet has kilted her green kirtle
    a little abune her knee
    and she has gane tae Miles Cross
    as fast as she could hie.

    The first company that passed her by
    She said “na” and let them gae,
    The second company that passed her by
    She let them gang their way
    But the third company that passed her by
    Then he was yin o’ they.

    She’s heid her to his milk-white steed
    And pu’d him quickly doon,
    Cast her green kirtle owre him
    To keep him fae the rain.

    They’ve turned him in his lady’s airms
    Tae an adder and a snake,
    She held him fast unto heir breist
    He was her worldy mate.

    They’ve turned him in his lady’s airms
    A spotted toad to be,
    She held him fast unto heir breist
    T’enjoy her fair body.

    They’ve turned him in his lady’s airms
    Tae a mither-naked man,
    She’s cast her green kirtle owre him
    To keep him fae the rain.

    She’s put him in a stand o’ milk,
    Syne in a stand o’ water,
    She’s held him fast unto her breist,
    He was her bairn’s faither.

    Oot spak the Queen O’ Elfinland
    Oot o’ a bush o broom,
    “O, wha’ has gotten young Tam Lin
    Has gotten a stately groom

    Oot spak the Queen o’ Elfinland
    Oot o’ a thorny tree,
    O’, wha has gotten young Tam Lin
    Has taen my love fae me. (13)

    “Gin I had kent, Tam Lin,” she said
    “A lady would borrow thee,
    I would hae torn oot thy twa grey e’en
    Put in twa e’en o’ a tree.

    “Gin I had kent, Tam Lin,” she said
    “When first we came tae home,
    I would hae torn oot that hairt o’ flesh,
    Put in a hairt o’ stane.”



    Traduzione in italiano della seconda versione

    Attente voi tutte fanciulle
    che portate l’oro nei capelli
    di venire o andare a Carterhaugh
    che il giovane Tam Lin vi dimora!Tutte coloro che vanno a Carterhaugh
    un pegno devono lasciare:
    o l’anello o il verde mantello
    o la loro verginità.

    Vanna con la veste verde
    che scopre le gambe di un po’
    fino a Carterhaugh procede,
    corre più svelta che può.

    Aveva già colto una rosa
    un’altra voleva staccare
    ed ecco, le appare Tam Lin:
    “Donna, non me le toccare!

    Perché raccogli la rosa, signora,
    e perché spezzi i rami?
    e perché vieni a Carterhaugh,
    senza il mio permesso?”

    “Carterhaugh è mia”- disse lei
    “mio padre a me la diede
    e verrò a Carterhaugh
    senza la tua volontà”

    La prese per la mano bianca come giglio (8)
    e per la manica verde-erba
    e la appoggiò a terra
    senza chiederle il permesso

    Vanna rimbocca la veste verde
    un po’ sopra il ginocchio,
    va al palazzo del padre
    più veloce che può.
    C’erano ventiquattro belle dame
    che giocano a palla
    e Vanna procedeva come regina
    un fiore tra le belle

    Ventiquattro belle dame
    giocano agli scacchi;
    ecco che viene la bella Vanna
    più verde dell’erba.

    Parlò un vecchio cavaliere grigio
    appoggiato al muro del castello:
    “Ahimè, cara Vanna,
    ma temo che hai commesso uno sbaglio,
    la tua gonna è troppo corta
    e il biasimo ricadrà su tutti noi!”.

    “Sta’ zitto, cavaliere grinzoso,
    che tu muoia di morte tremenda!
    accetta come padre chi voglio,
    ché nessuno di voi lo e’ di mio figlio.”

    Parlò allora il vecchio padre amato
    e disse:” Vanna, sei stata sedotta
    la tua gonna è troppo corta
    temo che dovrai andare via con il tuo bambino.”

    “Se con lui devo andarmene, padre,
    io sola ne porto il biasimo:
    non c’e’ signore nel tuo palazzo
    che possa dargli il nome.

    Vanna rimbocca la veste verde
    che scopre le gambe di un po’,
    e corre a Carterhaugh
    più veloce che può.

    Aveva colto due rose,
    una sola rosa o due,
    che comparve il giovane Tam Lin
    dicendo di non coglierne più.

    “Perché cogli le rose, Vanna,
    nei boschi d’alberi verdi,
    per uccidere il bimbo grazioso,
    forse, che e’ nato fra noi?”

    “Dimmi, dolce Tam Lin, – lei disse-
    per amore di chi e’ morto in croce,
    sei mai stato in una cappella,
    o hai mai visto i cristiani?” (9)

    “Mio nonno era di Roxbrugh
    e cavalcavo con lui;
    ma giunse un giorno l’ora
    in cui male mi colse:

    Si, giunse un giorno l’ora
    un giorno freddo e pungente.
    tornavamo da caccia
    e caddi dal mio cavallo;

    La regina delle Fate stava passando,
    e mi prese a vivere con lei
    bella è la terra delle fate
    per coloro che vi dimorano
    ma quando scadono i sette anni
    si paga un tributo all’Inferno.

    Nella notte della vigilia d’Ognissanti,
    cavalcherà il popolo delle Fate
    e se vuoi conquistare l’amore
    devi attendere alla croce.””Come riconoscerti, Tam Lin, – lei disse-
    come trovare il mio vero amore
    in mezzo a tanti cavalieri
    fantastici e senza simili?” (10)

    “Lascia passare il cavallo nero,
    poi lascia passare il morello,
    corri al destriero biancolatte
    e trascina in terra il cavaliere.

    Nella destra avrò un guanto, Vanna,
    e la sinistra sarà nuda,
    questi sono i segni che ti do
    e non temere non mancherò.

    La prima schiera che passa
    di “no” e lasciala andare
    la seconda schiera che passa
    lasciala andare per la sua strada
    ma la terza schiera che passa
    allora io sarò tra loro.

    Allora ferma il mio cavallo bianco-latte
    e tirami giù veloce,
    getta il tuo mantello verde su di me
    e nascondimi alla vista.

    Mi muteranno nel tuo abbraccio
    in una vipera e un serpente, (11)
    ma tienimi stretto, non temere,
    sono il padre del tuo bambino.

    Mi muteranno nel tuo abbraccio
    in un rospo pieno di macchie
    ma tienimi stretto, non temere,
    per godere del tuo bel corpo.

    Mi muteranno nel tuo abbraccio
    diventerò un nudo cavaliere
    coprimi con il tuo manto verde
    e nascondimi alla vista.”

    Prima mettimi in una tinozza di latte (12)
    poi in una d’acqua
    e tienimi stretto tra le braccia
    sono il padre del tuo bambino

    La bella Vanna col manto verde
    un po’ alzato sulle ginocchia
    va in cerca della croce
    più veloce che può

    La prima schiera che le passa vicino
    dice “no” e la lascia andare
    la seconda schiera che passa
    la lascia andare per la sua strada
    ma la terza schiera che le passa vicino,
    allora egli sarà tra di loro.

    Corre lesta verso il cavallo biancolatte
    e trascina a terra il cavaliere
    getta il suo mantello verde su di lui
    e lo nasconde alla vista.

    Lo mutarono nel suo abbraccio (11)
    in una vipera e un serpente,
    ma ella lo tenne stretto tra le braccia
    era il padre del suo bambino.

    Lo mutarono nel suo abbraccio
    in un rospo pieno di macchie
    ma ella lo tenne stretto tra le braccia
    per godere del suo bel corpo

    Lo mutarono nel suo abbraccio
    in un nudo cavaliere
    lei lo coprì con il tuo manto verde
    e lo nascose alla vista.

    Lo mise in una tinozza di latte (12)
    poi in una tinozza di acqua
    e lo tenne stretto tra le braccia
    egli era il padre del suo bambino

    Parlò allora la Regina delle Fate
    da un cespuglio di erica assai fitto:
    “Chi si e’ preso il giovane Tam Lin
    si e’ preso un amante nobilissimo.”

    Parlò ancora la Regina delle Fate
    da un cespuglio spinoso assai fitto:
    “Chi si e’ preso il giovane Tam Lin
    ha preso il mio amore. (13)

    Ma se avessi saputo, Tam Lin,
    che una dama ti avrebbe liberato
    ti avrei strappato i begli occhi grigi
    e messo al posto due occhi di legno.

    Ma se avessi saputo, Tam Lin,
    che alla fine saresti ritornato a casa
    ti avrei strappato il tuo cuore di carne
    e messo al posto un cuore di pietra”



    Note alla seconda versione:

    8) prendere per la mano bianca come il giglio: tipica frase in codice utilizzata nelle ballate per far capire agli ascoltatori che l’uomo e la donna stanno per fare sesso
    9) lungo giro di parole per sapere se Tam Lin appartenesse al mondo degli uomini
    10) il corteo delle fate è descritto in termini di ammirazione.
    11) gli animali in cui viene trasformato l’elfo hanno una connotazione negativa e stregonesca sia il serpente che il rospo sono considerati nel Medioevo animali magici da utilizzare nelle pozioni e per gli incantesimi (soprattutto quelli d’amore o di malocchio). Questi animali sono evidenti riferimenti al culto della dea madre soprattutto per i loro poteri di “trasformazione” e di fecondità.
    12) sempre senza citare il pozzo e la sua acqua questa strofa però lo richiama con quel “stand” che ho tradotto come tinozza (o vasca) e che comunque doveva essere un contenitore abbastanza grande da poter contenere un uomo. Un po’ elaborata come procedura (trascinare delle grosse tinozze piene di liquido per un bosco!) ma in alcune versioni più estese (e ancora più diffusamente nella versione fiabesca della storia) sappiamo che l’elfo oltre a subire delle trasformazioni in animali diventa alla fine una barra incandescente (o anche spada fiammeggiante), così bruciante da sfidare la capacità di sopportazione del dolore da parte della coraggiosa Janet. (così lo “stand” potrebbe essere un semplice, anche se più prosaico, secchio).
    Come atto finale Janet deve gettare la barra nel pozzo sacro, dal quale riemergerà Tam Lin completamente nudo (e rinato). Alcune interpretazioni vogliono vedere una sorta di antica condivisione rituale del mistero della nascita: la fanciulla viene iniziata alla conoscenza sessuale a Beltane e successivamente al parto.
    In effetti durante la sua prova iniziatica lei è non solo incinta, ma prossima a partorire!
    E’ curioso come le versioni delle ballate non menzionino il pozzo (contrariamente a quelle della fiaba). Comunque c’è una leggenda nella località in cui si è svolta la storia che vuole vedere due o tre anelli nel bosco di Carterhaugh dove non cresce più l’erba e che stanno a indicare la posizione dei contenitori posti dalla nobildonna. A mio avviso una allusione al cerchio delle fate ovvero ai funghetti che crescono nei prati e nel sottobosco delimitando un cerchio
    13) la fata attribuisce alla bellezza del giovane il motivo del suo rapimento, tuttavia Tam Lin non era uno schiavo ai voleri della fata, che gli aveva lasciato il suo cuore umano.

    TERZA VERSIONE

    Questo testo è stato raccolto nel 1956 dal ricercatore scozzese Hamish Henderson quando incontrò persone nelle Highlands che cantavano questa ballata perché credevano ancora nell’esistenza di fate ed elfi.
    In questa versione non ci sono aggiunte significative, ma tutte le strofe acquistano il loro significato compiuto alla luce delle considerazioni già analizzate in precedenza. E’ evidente che si tratta di una versione molto ridotta, rispetto alle settecentesche, che sottolinea gli aspetti più magici.
    Margaret è intenta a ricamare (tipica occupazione femminile medievale anche tra le nobildonne ), ma vede i boschi diventare sempre più verdi (she saw those merry green woods growing green), ecco il richiamo sessuale che si risveglia con il risveglio della natura e l’arrivo della primavera; per la donna il richiamo è irresistibile ma solo dopo aver colto le rose delle fate compare l’elfo e l’incontro amoroso sembra alludere ai riti della fertilità che si svolgevano a Maggio per la festa di Beltan.
    L’elfo è al comando della regina delle fate rapito molto tempo prima e messo a guardia di un pozzo fatato. Solo ad Halloween, la notte che segna il passaggio tra il vecchio e il nuovo anno, notte in cui umani e spiriti si incontrano, Margaret riuscirà a resistere agli incantesimi della regina e a liberare l’elfo, perché lui è il padre del bambino che lei porta in grembo e solo il coraggio di lei e il suo amore potranno vincere la magia delle fate.

    Testo in lingua originale:

    Lady Margaret, Lady Margaret
    Been sewing at a seam,
    She looked East, she looked West
    And she saw those merry
    green woods growing green,
    She saw those merry green woods.For she kilted up her petticoats
    It’s up to them she ran;
    And when she came to those
    merry green woods
    She pulled those branches down, my dear,
    She pulled those branches down.

    For it’s there she spied a gentleman
    Coming through the wood to her side.
    ‘O it’s who gave you oh leave my dear
    To pull those branches down, my dear,
    It’s who gave you oh leave?’

    For it’s onst I could pull those trees,
    those trees,
    It’s onst I could pull those trees.
    It’s onst I could pull those trees,
    those trees,
    All without the leave of you, my dear,
    All without the leave of you.

    For he catched her by the middle small
    He gently laid her down (8);
    ‘It’s since you’ve got your will of me
    Come tell to me your name, kind sir,
    Come tell to me your name.’

    ‘For tomorrow it is new Halloween,
    And the quality’s going to ride;
    you’ll pass them by at the old millbridge
    as they go riding by, my dear,
    as they go riding by.’For the first will be is a white-milk steed
    And it’s then there’ll be a black;
    You’ll hold his head, you’ll fear no ill
    He’s the father of your child, my dear,
    He’s the father of your child.

    ‘For the next will be
    Is into a snake so large;
    You’ll hold his head, you’ll fear no ill
    He’s the father of your child, my dear,
    He’s the father of your child.

    ‘For the next will be
    Is into a naked man;
    You’ll throw your mantle all around
    And cry, you’re won, my dear, you’re won,
    You’re the father of my child.’


    Traduzione in italiano della terza versione (di Giordano Dell'Armellina)

    Lady Margaret era intenta a cucire guardò a est guardò a ovest e vide quei bei boschi verdi diventare più verdi e vide quei bei boschi verdi.

    E allora allacciò il suo corpetto e corse verso di loro e quando arrivò a quei bei boschi verdi strappò quei rami, mio caro strappò quei rami.

    Ed è là che vide un gentiluomo che veniva per il bosco verso di lei “Chi ti ha dato il permesso, mia cara di strappare quei rami, mia cara chi ti ha dato il permesso?”

    “Una volta io potevo strappare da quegli alberi una volta io potevo strappare una volta io potevo strappare da quegli alberi e tutto senza il tuo permesso, mio caro e tutto senza il tuo permesso.”

    E allora lui la prese per i fianchi (8) e si stesero a terra. “Dal momento che hai disposto di me allora dimmi il tuo nome, gentile signore dimmi il tuo nome”

    “Domani è il nuovo anno e le fate cavalcheranno; passerai loro accanto al vecchio ponte del mulino mentre loro cavalcano, mia cara mentre loro cavalcano”

    “Il primo sarà un cavallo bianco latte e poi ce ne sarà uno nero, lo terrai per la testa, non dovrai avere paura è il padre di tuo figlio, mia cara è il padre di tuo figlio.

    Poi si trasformerà in un grande serpente; lo terrai per la testa, non aver paura, è il padre di tuo figlio, mia cara è il padre di tuo figlio.

    La successiva sarà in un uomo nudo, gli getterai intorno il tuo mantello e griderai ti ho vinto, mio caro, ti ho vinto tu sei il padre di mio figlio”.


    Note alla terza versione:

    8) lui la prese per i fianchi e si stesero a terra : l’accoppiamento sessuale è decisamente più esplicito rispetto al “prendere per la mano bianco latte”, ma sempre in codice


    VERSIONE DI ALICE CASTLE (melodia di Sal Russo)
    Lady Margaret, Lady Margaret was sewing at a seam
    she saw those marry green woods it’s up to them she ran
    For it’s there she spied a gentleman coming to her side
    for he catched her by the middle small he gently laid her down. (8)

    “It’s since you’ve got your will of me
    come out tell to me your name”
    Tomorrow it’s new Halloween and the quality’s going to ride
    you’ll pass them by at the old millbridge”

    chorus: She was those marry green Woods it’s up to them she ran
    she pulled those branches down, my dear
    “Oh it’s who gave you leave, it’s who gave you leave
    to pull those branches down my dear”

    “At first will be white milk-steed and then there’ll be a black
    one you’ll hold his head, the next will be is a snake so large
    you’ll fear no ill you’ll hold his head.
    And next will be is into a naked man you’ll throw your mantle all around
    and cry, you’re won, my dear, and cry you’re won you’ll be the father of my child”

    chorus
    For it’s once I could I could pull those trees.
    All without the leave of you, my dear


    TRADUZIONE ITALIANO

    Lady Margareth era intenta a ricamare e vide quei bei boschi verdi e corse verso di loro. Laggiù vide un gentiluomo che veniva verso di lei e la prese per i fianchi e si stesero a terra. “Poiché è stata fatta la tua volontà allora dimmi il tuo nome” Domani è il nuovo anno e le fate sfileranno in corteo passerai loro accanto al vecchio ponte del mulino”.E lei corse per quei boschi verdi e corse verso di loro strappò quei rami, mio caro “Chi ti ha dato il permesso di strappare quelle rose mia cara?”“Il primo sarà un cavallo bianco latte e poi ce ne sarà uno nero, lo terrai per la testa poi si trasformerà in un grande serpente, non aver paura, lo terrai per la testa. La successiva sarà in un uomo nudo, gli getterai intorno il tuo mantello e griderai ti ho vinto, mio caro tu sarai il padre del mio bambino”

    Versione di Anne Briggs

    Anne Briggs in Young Tambling – 1971 con la sola melodia della voce, così come era tramandata dai traveller. Qui il testo è assemblato con una tecnica tipicamente applicata nelle lunghe ballate per memorizzarle più facilmente: l’ultima frase della strofa è ripetuta due volte.


    1.
    Lady Margaret, Lady Margaret,was sewing at her seam
    And she’s all dressed in black.
    And the thought come in her head to run in the wood
    to pull flowers to flower her hat, me boys,
    to pull flowers to flower her hat.
    2.
    So she hoisted up her petticoats a bit above the knee
    And so nimbly she’d run o’er the ground.
    And when she come in the merry greenwood,
    Well, she pulled them branches down, me boys,
    Well, she pulled them branches down.
    3.
    Suddenly she spied a fine young man,
    He’s standing by a tree.
    He says, “How dare you pull them branches down
    Without the leave of me, my dear,
    Without the leave of me?”
    4.
    Well, she says, “This little wood, oh, it is me very own,
    Me father gave it to me.
    I can pull these branches down
    Without the leave of thee, young man,
    Oh, without the leave of thee.”
    5.
    And he took her by the milk-white hand
    And by the grass-green sleeve,
    He pulled her down at the foot of a bush,
    And he never once asked her leave, me boys,
    No, he never once asked her leave.
    6.
    And when it was done she twist about
    To ask her true-love’s name.
    But she nothing heard and she nothing saw
    And all the woods grew dim, grew dim,
    And all the woods grew dim.
    7.
    There’s four and twenty ladies all in the land
    and they’re all playing at chess.
    Except it was the Lady Margaret
    And she’s green as any glass, me boys,
    Oh, she’s green as any glass.
    8.
    And there’s four and twenty ladies all in the land
    Grow as red as any rose.
    Except it was the Lady Margaret,
    She’s pale and wan, me boys,
    Oh, pale and wan she goes.
    9.
    Up then spoke the little servant girl,
    She lift her hand and smiled,
    Says, “I think my lady has loved too long
    And now she goes with child, me dears,
    Oh, and now she goes with child.”
    10.
    Up then spoke the second serving girl
    “Oh, ever and alas,” said she,
    “But I think I know a herb in the merry greenwood,
    It’ll twine thy baby from thee, madam,
    It’ll twine thy baby from thee.”
    11.
    So Lady Margaret she got her silver comb,
    Made haste to comb her hair,
    And then she’s away to the merry greenwood
    As fast as she can tear, me boys,
    Oh, as fast as she can tear.
    12.
    And she hadn’t pulled in the merry greenwood
    A herb but barely one
    When by her stood the young Tambling,
    He says, “Margaret, leave it alone,
    Oh Margaret, leave it alone.”
    13.
    “Why d’you pull that bitter little herb,
    The herb that grows so grey,
    For to destroy that fine young babe
    That we got in our play, my dear,
    That we got in our play?”
    14.
    “Well, come tell me now, young Tambling,” she says,
    “If an earthly man you be.”
    “I’ll tell you no lies,” says young Tambling,
    “I was christened as good as thee, me dear,
    I was christened as good as thee.”
    15.
    “But as I rode a-hunting on a bitter, bitter night,
    It was from my horse I fell,
    And the Queen of Elfland she caught me
    In yonder green hill to dwell, to dwell,
    Oh, in yonder green hill to dwell.”
    16.
    “But tonight is Halloween, lady,
    The Elven Court will ride.
    And if you would your true love win,
    By the mill bridge you must hide, me dear,
    By the mill bridge you must hide.”
    17.
    “And first will run the black horse and then will run the brown,
    And then race by the white.
    You hold him fast and you fear him not,
    For he’s the father of your child, my love,
    Oh, he’s the father of your child.”
    18.
    “They’ll turn me all in your arms, lady,
    Into many’s the beasts so wild.
    But you’ll hold on fast and you fear no ill,
    For it’s the father of your child, my love,
    It’s the father of your child.”
    19.
    So Lady Margaret she got her silver comb,
    She made haste to comb her hair.
    Then she’s away to the old mill-bridge
    As fast as she could tear, me boys,
    Oh, as fast as she could tear.
    20.
    And about the dead hour of the night
    She heard the bridles ring.
    And oh, me boys, it chilled her heart
    More than any earthly thing it did,
    More than any earthly thing.
    21.
    And first run the black horse and then run the brown
    And then race by the white.
    Well, she hold it fast and feared it not,
    For it’s the father of her child,
    Oh, it’s the father of her child.
    22.
    The thunder rolled across the sky,
    The stars blazed bright as day.
    The Queen of Elven gave a thrilling cry,
    “Young Tambling’s away, brave boys,
    Young Tambling’s away.”
    23.
    And the very first thing they turned him into
    Was a lion that runs so wild.
    But she held him fast, she feared him not,
    For he’s the father of her child, me boys,
    Oh, he’s father of her child.
    24.
    And the very next thing they turned him into,
    It was a loathsome snake.
    He says, “Hold me fast and fear me not,
    For I’m one of God’s own make, my love,
    Oh, I’m one of God’s own make.”
    25.
    And again they changed him all in her arms
    To a red hot bar of iron.
    But she held it fast, she feared it not,
    And it did to her no harm, no harm,
    And it did to her no harm.
    26.
    And the very last thing they changed him into
    Was like any naked man.
    She flung her mantle over him,
    She cried, “Me love I’ve won, I’ve won,”
    Oh, she cried, “Me love I’ve won.”
    27.
    And the Queen of Elven she called from a bush,
    She’s red as any blood.
    “I should have tore out your eyes, Tambling,
    And put in two eyes of wood, of wood,
    And put in two eyes of wood.”


    Traduzione in italiano:

    Lady Margaret era intenta a cucire
    tutta vestita di nero
    e le venne il pensiero di correre nel bosco
    di raccogliere i fiori e di decorare il cappello, miei cari,
    di raccogliere i fiori e di decorare il cappelloE allora sollevò le sottane un po’ sopra il ginocchio
    e corse più agilmente sul terreno
    e quando arrivò a quei bei boschi verdi
    strappò quei rami, miei cari
    strappò quei rami

    Ed è là che vide un gentiluomo
    che stava in piedi accanto ad un albero
    “Chi ti ha dato il permesso, mia cara
    di strappare quei rami, mia cara
    chi ti ha dato il permesso?”

    Beh, dice “Questo piccolo bosco mi appartiene
    mio padre me lo ha lasciato.
    Io posso strappare i rami
    e tutto senza il tuo permesso, mio caro
    e tutto senza il tuo permesso.

    E allora lui la prese per la mano bianco-latte
    e per la manica verde-erba
    e si stesero ai piedi di un cespuglio
    e lui nemmeno una volta chiese il suo permesso, miei cari
    no, nemmeno una volta chiese il suo permesso

    Una volta finito lei cercò
    di chiedere il nome del suo amante
    ma nulla sentì e nulla vide
    e tutto il bosco si offuscò
    e tutto il bosco si offuscò

    Ci sono ventiquattro dame sedute per terra
    e giocavano a scacchi
    tranne Lady Margaret
    e lei è verde come il vetro, miei cari
    verde come il vetro.

    Ci sono ventiquattro dame sedute per terra
    arrossate come una rosa rossa tranne Lady Margaret
    e lei è pallida e patita, miei cari
    pallida e patita.

    Allora parlò la servetta
    lei alzò la mano e sorrise
    “Credo che la mia signora abbia amato troppo
    e adesso aspetta un bambino, miei cari
    adesso aspetta un bambino”

    Allora parlò la seconda serva
    “Ahimè – disse
    credo di conoscere un erba nel bosco
    per perdere il bambino, signora
    per perdere il bambino”

    Così Lady Margaret prese il suo pettine d’argento
    e si affrettò a pettinarsi i capelli,
    e poi andò per il bosco
    più veloce che poteva, miei cari

    E lei aveva appena preso nel bosco
    un erba ma proprio una
    che accanto a lai stava il giovane Tambling
    “Margaret, lascia stare
    oh Margaret lascia stare”

    “Perché cogli quella piantina amara
    l’erba che cresce così grigia
    per uccidere quel bel bimbo
    che abbiamo fatto insieme, mia cara
    che abbiamo fatto insieme

    “Allora dimmi, giovane Tambling
    se sei un uomo terreno”
    “non ti mentirò” – dice il giovane Tambling
    “Sono stato battezzato come te, mia cara
    Sono stato battezzato come te”

    “Ma mentre correvo per la caccia, o notte triste
    caddi da cavallo
    e la regina delle fate mi catturò
    per farmi dimorare nella collina verde laggiù
    per farmi dimorare nella collina verde laggiù”

    “Stanotte è il nuovo anno, signora
    e le fate cavalcheranno; e se vuoi che l’amore trionfi ti devi nascondere al ponte del Mulino, mia cara ti devi nascondere al ponte del Mulino

    “Il primo sarà un cavallo nero e poi ci sarà quello marrone
    e poi ce ne sarà uno bianco latte,
    lo terrai per la testa, non dovrai avere paura
    è il padre di tuo figlio, mia cara
    è il padre di tuo figlio.

    Il tuono rimbombò nel cielo
    le stelle lucevano come se fosse giorno
    la regina delle fate gridò forte
    “Il Giovane Tambling c’è, cari,
    Il Giovane Tambling c’è”

    La prima trasformazione
    fu in leone che corre selvaggio
    ma lei lo tesse forte, senza temerlo
    è il padre di suo figlio, miei cari
    è il padre di suo figlio.

    Poi si trasformò
    in un serpente disgustoso;
    “Afferrami forte e non temere
    che io sono stato fatto dal volere di Dio, mio amore
    io sono stato fatto dal volere di Dio.

    E ancora si trasformò tra le sue braccia
    in una barra di ferro incandescente
    ma lei lo tenne forte, senza temerlo,
    e non le ha fatto del male
    e non le ha fatto del male.

    E l’ultima trasformazione
    fu in un uomo nudo,
    lei gettò il mantello su di lui
    e gridò:” Il mio amore ha vinto, mio caro,
    e gridò:” Il mio amore ha vinto”

    E la regina delle fate gridò da un cespuglio,
    rossa come il sangue
    “Avrei dovuto strapparti gli occhi, Tambling,
    e metterci due pezzi di legno
    e metterci due pezzi di legno”


    VARIANTI

    Sono queste combinazioni tra le varianti di Child#39 e parziali riscritture moderne.

    Anaïs Mitchell & Jefferson Hamer in Child Ballad 2013 sodalizio recente tra i due cantautori americani e speriamo duraturo per la fecondità creativa: cosa possono fare solo due chitarre e due voci, quella maschile appena più scura in secondo piano e quella femminile dal timbro fanciullesco, ma particolare, vibrante da superba narratrice

    I
    Janet sits in her lonely room
    Sewing a silken seam
    And looking out on Carterhaugh
    Among the roses green
    II
    And Janet sits in her lonely bower/
    Sewing a silken thread
    And longed to be in Carterhaugh /
    Among the roses red
    III
    She’s let the seam fall at her heel /
    The needle to her toe
    And she has gone to Carterhaugh/
    As fast as she can go
    IV
    She hadn’t pulled a rose, a rose
    A rose, but only one
    When then appeared him, young Tamlin
    Says, “Lady, let alone”
    V
    “What makes you pull the rose, the rose?
    What makes you break the tree?
    What makes you come to Carterhaugh
    Without the leave of me?”
    VI
    “But Carterhaugh is not your own
    Roses there are many
    I’ll come and go all as I please
    And not ask leave of any”
    VII
    And he has took her by the hand
    Took her by the sleeve
    And he has laid this lady down
    Among the roses green
    VIII
    And he has took her by the arm/
    Took her by the hem
    And he has laid this lady down
    Among the roses red
    IX
    There’s four and twenty ladies fair /
    Sewing at the silk
    And Janet goes among them all /
    Her face as pale as milk
    X
    And four and twenty gentlemen /
    Playing at the chess /
    And Janet goes among them all /
    As green as any glass
    XII
    Then up and spoke her father
    He’s spoken meek and mild
    “Oh, alas, my daughter
    I fear you go with child”
    XIII
    “And is it to a man of might
    Or to a man of means
    Or who among my gentlemen
    Shall give the babe his name?”
    XIV
    “Oh, father, if I go with child
    This much to you I’ll tell
    There’s none among your gentlemen
    That I would treat so well”
    XV
    “And, father, if I go with child
    I must bear the blame
    There’s none among your gentlemen
    Shall give the babe his name” XIV
    She’s let the seam fall at her hell
    The needle to her toe
    And she has gone to Carterhaugh
    As fast as she could go
    XV
    And she is down among the weeds
    Down among the thorn
    When then appeared Tamlin again
    Says, “Lady, pull no more”
    XVI
    “What makes you pull the poison rose?
    What makes you break the tree?
    What makes you harm the little babe
    That I have got with thee?”
    XVII
    “Oh I will pull the rose, Tamlin
    I will break the tree
    But I’ll not bear the little babe
    That you have got with me”
    XVIII
    “If he were to a gentleman
    And not a wild shade
    I’d rock him all the winter’s night
    And all the summer’s day”
    XIX
    “Then take me back into your arms
    If you my love would win
    And hold me tight and fear me not
    I’ll be a gentleman”
    XX
    “But first I’ll change all in your arms
    Into a wild wolf
    But hold me tight and fear me not
    I am your own true love”
    XXI
    “And then I’ll change all in your arms
    Into a wild bear
    But hold me tight and fear me not
    I am your husband dear”
    XXII
    “And then I’ll change all in your arms
    Into a lion bold
    But hold me tight and fear me not
    And you will love your child”
    XXIII
    At first he changed all in her arms
    Into a wild wolf
    She held him tight and feared him not
    He was her own true love
    XXIV
    And then he changed all in her arms
    Into a wild bear
    She held him tight and feared him not
    He was her husband dear
    XXV
    And then he changed all in her arms/
    Into a lion bold
    She held him tight and feared him not
    The father of her child
    XXVI
    And then he changed all in her arms
    Into a naked man
    She’s wrapped him in her coat so warm
    And she has brought him home


    Una variante più mistica quella delle Mediaeval Baebes che si avvalgono di una struttura musicale appoggiata al solo pizzicare sul violino (lo stesso ritmo come gocce d’acqua che cadono) e di qualche effetto “creepy” ma le voci tessono tutta la bellezza della malia.

    Mediaeval Baebes in Mirabilis (2005)

    What gar’s ye pu’ the rose Janet
    What gars ye break the tree
    I’ll come and go by Carterhaugh
    And ask me leave of thee.

    He’s ta’en her by the milk white hand
    And by the grass green sleeve
    He’s led her to the fairy ground
    And spierd at her nae leave

    He’s led her to the fairy ground
    And spierd at her nae leave
    He’s led her to the fairy ground
    And spierd at her nae leave

    A word I winna lie Janet
    The truth to thee I’ll tell
    My father was a noble knight
    And loved hunting well

    And on a cold and frosty day
    Down from my horse I fell
    The queen of fairies she caught me
    In yon green hill to dwell

    And at the end of seven years
    We pay a tiend to hell
    I am sae fair and fu’of flesh
    I’m feared it be myself

    This night is Hallwe’en Janet
    When fairy folk moun ride
    And they that would their truelove win
    At miles cross they must bide

    So gloomy gloomy was the night (14)
    And eiry was the way
    As Janet in her mantle green
    To miles Cross she did gae

    And then upspke the Fairy Queen
    Tam Lin if I had know
    I would have pulled out both your eyes
    To give you eyes of stone


    Traduzione in italiano:

    “Perché raccogli le rose Janet Perché spezzi i rami?”
    “Io vengo e vado da Carterhaugh senza chiederti il permesso!”
    La prese per la mano bianca come giglio e per la manica verde-erba
    e la appoggiò sulla terra delle fate senza chiederle il permesso

    Non ti voglio mentire Janet ti dirò la verità
    mio padre era un nobil cavaliere ed amava la caccia.
    E in un giorno freddo e gelato giù da cavallo caddi
    la regina delle fate mi catturò per abitare nella collina verde
    ma quando scadono sette anni si paga un tributo all’inferno
    sono un uomo così piacevole e forte temo che io sarò quello.

    Questa è la notte dei santi(14), Janet quando le fate cavalcano
    e se vuoi che il vero amore vinca devi aspettare alla croce.
    Così cupa era la notte e lugubre il cammino
    mentre Janet nel suo mantello verde andava in cerca della croce.
    E allora la Fata Regina si volta “Se avessi saputo Tam Lin
    ti avrei strappato i begli occhi grigi e messo al posto due occhi di legno.”


    NOTE
    14) la notte di Samain coincide con la luna nuova quindi non c’è la luna a rischiarare il cammino

    Tricky Pixie in Mythcreant, 2009

    refrain:
    I forbid ye maidens all
    who let fly your lovely hair
    to go down to Carterhaugh
    for young Tam Lin is thereJanet tied her kirtle green
    above her knee and not below
    and she’s gone to carterhaugh
    just as fast as she can go

    She’s come to the roses growing
    wild she’s pulled a single one
    when a wild young man appears
    and cries ‘O, lady, let alone!

    ‘How dare you pull my roses out,
    How dare you break my tree
    How dare you run in these green woods
    Without asking leave of me?’

    Says Janet fair ‘this wood’s my own
    My father gave it me
    And I can pluck myself a rose
    Without asking leave of thee.’

    Bold as brass, he takes her hand
    and color rises to her skin
    She looks the young man in the eye
    and knows him now for young Tam Lin.

    Janet holds her petticoats
    well above her dirty knee
    and she’s gone to her father’s hall
    just as fast as she can hie.

    All the ladies of the court
    at their play turn red as rose
    except for Janet, fainting fast,
    green as growing grass she goes

    Out then speaks her father dear,
    doting, caring, meek and mild.
    ‘Janet, darling daughter mine,
    I fear you go with child.’

    ‘Father, if I be with child,
    be sure myself shall bear the blame.
    There’s not a knight within your hall
    shall get the baby’s name.

    Father, if I be with child,
    ‘twill prove a wondrous birth
    for well I swear it’s not the get
    of any mortal man on earth.’

    Janet’s tied her kirtle green
    When near nine months are gone
    And she’s away to Carterhaugh,
    To speak with young Tam Lin.

    But young Tam Lin will not be found
    and Janet’s in despair
    to the forest floor she falls
    and swift her lover catches her

    Janet asks ‘Tam Lin, my love,
    why is it in these woods you hide?’
    ‘The queen of faeries stole me hence,
    alas, when I was but a child.

    ‘My lordly sire was a skillful man
    and hunting he loved well
    but I was prey for the faerie Queen
    when from my horse I fell.

    ‘Ever since, in yon green hill,
    with the Queen I’m bound to dwell
    I’d never tire of living there
    for Faerie does me well

    ‘But at the end of seven years,
    the queen doth pay a tithe to hell
    I am so fair and full of flesh,
    I fear ‘twill be myself.’
    Tonight’s the night of Halloween,
    and the fairy court will ride;
    And she that would her true love win
    at Miles Cross must bide.”But how shall I thee ken, Tam-lin?
    Or how shall I thee know?
    Amang a troupe of faerie knights,
    The like I never saw?”

    First let pass the horses black
    then let pass the brown
    Run ye to the milk white steed
    and pull that rider down.

    ‘They will change me in your arms
    into a deadly adder
    but hold me fast and fear me not
    I am the baby’s father

    ‘They will change me in your arms
    into a bear or lion bold
    but hold me fast and fear me not
    I am the father of your child

    ‘At last they’ll change me in your arms
    into a naked knight.
    Then cast your mantle over me
    and keep me out of sight.’

    Gloomy, gloomy, was the night,
    And eery was the way,
    As Janet in her mantle green
    To Miles Cross did hie.

    The heavens dressed in baleful black
    and all was silent as the grave,
    But Janet waited in the dark
    Her own true love to save.

    Betwixt the hour of twelve and one,
    the north wind blew and tore and rent
    she heard the elfin bridles ring
    upon the wind where e’er it went

    Janet stood, with mind unmoved,
    The gloomy heath upon,
    And louder, louder rang the bells,
    As the fairy court came riding on.

    And first rode by the night black steeds
    and then went by the brown;
    then up she ran to the charger pale
    and pulled her lover down.

    They changed him in her arms to all
    the beasts and flames and hateful things,
    but she did all that her lover bade
    and young Tam Lin she won.

    Up then spoke the Faery Queen
    An angry queen was she.
    ‘Woe betide the wretch who’s ta’en
    the best knight of Our company.

    ‘Had I but known, Tam-Lin, she said
    What defeat this night I’d see
    I’d’ve stolen both thine eyes
    and changed thee fast into a tree.

    ‘Had I but known, Tam-lin, she said
    before we left this night to roam,
    I’d’ve et thy heart of flesh
    and left thee with a heart of stone!’

    Janet tied her kirtle green
    above her knee and not below
    and she’s off to Carterhaugh
    as fast as love can go.


    Traduzione in italiano:

    ritornello
    Attente voi tutte fanciulle che lasciate sciolti i vostri bei capelli di andare a Carterhaug che dal giovane Tam Lin è abitato!

    Giovanna con la veste verde che scopre le gambe un po’ al bosco di Carterhaug corre più svelta che può.

    Venne alle rose che crescevano e colse una rosa ed ecco, un giovane appare e grida: “Donna, lascia stare!”

    Come osi cogliere le mie rose, come osi spezzare i miei rami. Come osi correre nel bosco senza chiedermi il permesso?”

    Giovanna risponde” Questo bosco mi appartiene, mio padre me lo diede e posso cogliere una rosa senza chiederti il permesso”

    Scuro come l’ottone lui le prende la mano e il colore arrossa la pelle di lei ella guarda il giovanotto negli occhi e ora sa che lui è il giovane Tam Lin.

    Giovanna con la veste verde
    che scopre le gambe di un po’
    a casa dai suoi genitori corre più svelta che può.

    Tutte le dame della corte giocano tra loro arrossate come rose, ma non Giovanna che subito sviene verde come l’erba che cresce

    Il padre le parla, la voce bassa,
    vecchio, amorevole, mite e dolce
    ” Giovanna mia cara figlia,
    credo che tu aspetti un figlio.”

    “Padre se aspetto un bambino
    io sola e soltanto so come,
    nessuno dei tuoi cavalieri
    può dare al bimbo il suo nome.

    Padre se aspetto un bambino si mostrerà come una nascita meravigliosa perché ti giuro che non è il risultato di un uomo mortale sulla terra.”

    Giovanna indossò il suo verde mantello quando era prossima al nono mese e andò a Carterhaug a parlare con il giovane Tam Lin.

    Giovanna chiede “Tam Lin, amor mio perché ti nascondi in questi boschi?” “La Fata Regina mi prese, ahimè, quando ero ancora bambino”

    Il mio nobile padre era un uomo esperto e a caccia amava andare,
    ma io fui la preda della Fata Regina quando caddi da cavallo”

    “Da allora in quella verde collina laggiù con la Regina devo abitare
    non mi stanco mai di viverci perché le Fate mi trattano bene

    Ma alla fine dei sette anni la regina deve pagare all’inferno un balzello,
    un uomo piacevole e forte: temo che io sarò quello.
    Questa è la notte dei Santi e la corte fatata cavalcherà,
    e se vuoi che il vero amore trionfi all’incrocio devi aspettare.

    Ma come ti riconoscerò, Tam Lin? Come potrò riconoscerti?
    Tra la schiera dei cavalieri fatati che non ho mai visto?”

    “Tu lascia passare i cavalli che han pelo nero o poi quelli marrone,
    corri verso quello bianco e tira giù chi è sull’arcione.

    Allora sarò trasformato tra le tue braccia in una vipera mortale
    ma stringimi senza temere, pensa che sono il padre del tuo bambino.

    Allora sarò trasformato tra le tue braccia in orso o leone ferino
    ma stringimi senza temere, son padre del tuo bambino.

    Infine sarò trasformato tra le tue braccia in un cavaliere spogliato
    avvolgimi nel tuo mantello e tienimi bene celato.”

    Così cupa era la notte e lugubre il cammino mentre Janet nel suo mantello verde andava in cerca della croce.

    I cieli vestiti in un funereo velo e tutto era silenzioso come un cimitero, ma Giovanna attese nell’oscurità per salvare il suo amante.

    Tra la mezzanotte e l’una il vento del nord soffiò e strappò e se ne andò.
    Lei sentì tintinnare le briglie delle fate tra il vento che se n’era andato

    Giovanna stette, con la mente fissa, nella fosca brughiera e più forte suonarono le campane mentre la corte fatata a cavallo arrivava

    E prima passò il cavallo nero e poi quello marrone poi lei corse verso quello chiaro e tirò giù il suo amante.

    Lo trasformarono tra le sue braccia in ogni cosa, le bestie e le fiamme e cose paurose, ma lei fece tutto ciò che era in suo potere e vinse il giovane Tam Lin

    Forte allora parlò la Fata Regina e arrabbiata come può esserlo una regina. “Dolore sulla testa di chi a preso il miglior cavaliere della nostra schiera”

    Ma se avessi saputo, Tam Lin, che sconfitta questa notte avrei visto
    ti avrei strappato entrambi gli occhi e messo al posto due legni.

    Ma se avessi saputo, Tam Lin, prima che questa notte finisse
    ti avrei strappato il tuo cuore di carne e messo al posto un cuore di pietra”

    Giovanna con la veste verde che scopre le gambe un po’ via dal bosco di Carterhaug corre più svelta che può.


    GLASGOW REEL

    E’ un brano strumentale chiamato anche Tam Lin, decisamente veloce e ossessivo: c’è chi ipotizza (con Sir Walter Scott in testa) che la storia di Tam Lin si sviluppasse in modo monocorde come ballata cantata dalla sola voce e si concludesse con la danza strumentale. Superpopolare per la sua vivacità che ogni violinista prima o poi impara a suonare, nonché pezzo immancabile nell’irish dance, rielaborato in tutte le salse

    Illustrazioni:



     
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    * La ballata di Tam Lin ha origini molto antiche, precedenti al 1549, vale a dire la data di pubblicazione dell'opera The Complaynt of Scotland che menziona "The Tayl of the Ȝong Tamlene" (ovvero 'The Tale of the Young Tamelene', "La storia del giovane Tamelene) all'interno di una lunga lista di storie romantiche medievali.

    * Ci sono state diverse interpretazioni della storia di Tam Lin:
    - Francis James Child collezionò quattordici varianti nell'opera The English and Scottish Popular Ballads
    - Un'altra ballata, Burd Ellen and Young Tamlane, non ha connessioni con questa storia eccetto la somiglianza dell'eroe.
    - Joseph Jacobs include una variante della storia, "Tamlane", nella sua collezione di fiabe More English Fairy Tales.
    - John Myers Myers riporta una variante nell'opera Silverlock.
     
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