L'Angelo del Miracolo

Italia, 1945

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    L'ANGELO DEL MIRACOLO

    Nazione: Italia
    Anno: 1945
    Regia: Piero Ballerini
    Soggetto: Alessandro De Stefani, opera
    Sceneggiatura: Alessandro De Stefani, Piero Ballerini, Gianni Granzotto
    Attori: Emilio Baldanello (Andrea), Emma Gramatica (madre di Andrea), Bianca Doria (Luisa), Attilio Dottesio (il capoufficio), Milena Penovich (moglie del capoufficio), Luciano De Ambrosis (Andrea da bambino)
    Colore: Bianco e Nero
    Fotografia: Alberto Fusi
    Musica: Armando La Rosa Parodi
    Scene: Italo Cremona
    Montaggio: Piero Ballerini
    Produzione: Italo-Africana Società Commerciale
    censura: 146 del 04-12-1945

    Trama: Tratto da una fiaba di Hans Christian Andersen. Una madre, accanto al letto del figlioletto Andrea gravemente ammalato, chiede all’immagine dell'Angelo custode di salvarlo. L’angelo le fa vedere in uno specchio il futuro del figlio se sopravviverà: sarà un ladro e un amore per una donna di facili costumi lo spingerà all’omicidio e quindi alla forca. Ciò malgrado, la donna chiede all’angelo di guarire il figlio. E il miracolo avviene. Andrea guarisce. A trent’anni sposa Luisa, una brava ragazza che gli dà un figlio, e trova lavoro come cassiere in una banca. Ma dopo qualche tempo ha una relazione con la moglie separata del suo capo-ufficio: quest’ultimo è intenzionato a rovinare la carriera di Andrea attribuendogli un ammanco dalla cassaforte della banca. Interviene la madre e prima che il figlio uccida il rivale, lo sopprime lei stessa, finisce in prigione e muore prima della conclusione del processo.

    Trama dettagliata: Una mamma mentre assiste il suo bambino grave Lente ammalato, si rivolge all'immagine dell'Angelo Custode, perchè salvi la sua creatura. La preghiera non cessa d'implorare il salvataggio, anche quando la madre può vedere in uno specchio quella che sarà la travagliata vita futura del suo figliolo. Infatti costui, per amore di una facile donna, finirà col rubare e coll'essere condannato a morte per avere ucciso l'amante della donna che, ricattandolo, lo minacciava di denunzia all'Autorità giudiziaria.
    La visione irreale si spegne e la madre saluta il miracolo della guarigione del figlio Andrea.
    Passano molti anni. Ormai Andrea ha raggiunto quasi trent'anni ed esprime alla madre il desiderio di sposarsi. La mamma è trepidante,
    temendo sempre che si possano verificare i fatti previsti nella visione ormai lontana. Perciò acconsente solo quando s'accorge che Luisa è effettivamente una brava ragazza. Il loro matrimonio è allietato dalla nascita di un bimbo. Andrea riesce anche ad entrare cote cassiere in una banca. La trepidazione della madre ora inizia a calmarsi di fronte a questo quadra di ordinaria felicità. Ma un giorno, Andrea conosce casualmente una donna separata dal marito. La relazione intima che si stabilisce tra i due induce la madre a sopprimere il marito geloso che, come capo ufficio di Andrea, aveva palesemente dimostrato di voler rovinare il figlio, fingendolo autore di un grosso ammanco dalla cassaforte.
    Andrea è mondo da ogni colpa di sangue, ma la madre che ha ucciso per evitare che il figlio possa sopprimere con le sue mani l'equivoco rivale, non resiste allo strazio del processo e muore mentre sta per essere pronunciata la condanna contro di lei.



    Trama dettagliata con ulteriori elementi: Una madre prega fervorosamente l'Angelo Custode perché salvi il suo bambino, che, gravemente ammalato, è destinato a morire. L'Angelo per convincerla a desistere dalla sua preghiera, le fa vedere quale sarebbe l'avvenire del fanciullo se dovesse rimanere in vita.
    Ma per quanto in tale avvenire si veda una travagliatissima e triste esistenza che ci concluderà con l'adulterio, il furto e l'assassinio, la madre vuole che la sua creatura rimanga egualmente in vita. Il tempo trascorre nella continua, ansiosa trepidazione della ladre che vive nel timore che la vita dei figlio si debba svolgere secondo la visione avuta.
    Andrea, il figlio, a 30 anni, sposa una orava ed onesta ragazza. Sembra che ogni pericolo di perdizione sia per lui scongiurato.
    Invece, sebbene in condizioni diverse di luogo e di ambiente, egli conosce la donna della visione materna. Se ne innamora, ne diventa l'amante e dà cosi inizio alla fosca tragedia tanta paventata dalla madre. Il marito dell'adultera è infatti il capo ufficio della banca in cui il giovane lavora come cassiere. Per vendicarsi dell'offesa fatta al suo onore, egli accusa di furto il suo dipendente. Ma la madre, che ha tutto intuito, per salvare il figlio dal destino cui è condannato, uccide l'accusatore. Essa viene arrestata e, durante il processo, non resistendo allo strazio del suo animo, colta da sincope, muore. La sua anima, staccatasi dal corpo, viene condotta dall'Angelo in cielo.



    Note:

    * Produzione veneziana. La pellicola è girata presso i Giardini della Biennale da Piero Ballerini. Il soggetto di Alessandro De Stefani è tratto da una fiaba di Hans Christian Andersen (L'Inviato), ridotto in dramma dallo stesso soggettista e rappresentato il 26 settembre 1944 presso il Teatro Goldoni di Venezia (Anon., "Ribalte e schermi"). Alla sceneggiatura Gianni Granzotto affianca regista e soggettista, alla fotografia Alberto Fusi, scenografie di Italo Cremona e le musiche di Armando La Rosa Parodi (Freddi). La produzione è annunciata da Giorgio Venturini nell'agosto 1944 su "Film", ma la lavorazione - in un primo tempo affidata a Gian Maria Cominetti con la presenza in scena di Osvaldo Valenti e Salvo Randone in seguito non confermati (Ghigi 1983) - pare essere iniziata nel dicembre 1944 (Chiti-Lancia). Alcune fonti collocano erroneamente la produzione presso gli stabilimenti torinesi della Sidera Film (Gerosa), il dato è smentito anche dal documento prodotto dalla commissione di revisione che conferma la sede del Cinevillaggio (cfr. "Fascicolo di revisione n. 146" in "Edizione 1945" sez. "Documenti"). Non risulta alcuna revisione in epoca RSI poiché il film è ultimato dopo la Liberazione come dimostra una "scrittura privata" datata 19 aprile 1945 tra il sig. Francesco Camilotti di Padova che versa 600.000 lire in favore della Vittoria Film, Casa di produzione che aveva già ottenuto, nell'ottobre 1944, un finanziamento di due milioni da parte della Sezione autonoma per il Credito Cinematografico della Banca Nazionale del Lavoro, così come molti altre produzioni di Salò (documento conservato presso ACS - Fondo del Ministero del Tesoro - Enti disciolti: ENAIPE). La collaborazione di Francesco Pasinetti riportata da alcune fonti (Chiti-Lancia) non è accreditata. La ragione sociale "Vittoria Film" è confermata nei documenti ufficiali, ciononostante è legata alla produttrice Mariangela Nuvoletti, la medesima che finanzia "Aeroporto" (cfr.) nei cui titoli di testa però troviamo la lezione "Victoria Film". Purtroppo non si possono verificare eventuali discrepanze direttamente sull'edizione, perché "L'angelo del miracolo" risulta disperso. Secondo Laura (1986) nel cast è presente anche Franco Castellani, ma non abbiamo trovato ulteriore riscontro nei documenti d'archivio e né nei repertori.

    * La pellicola venne girata negli stabilimenti veneziani del Cinevillaggio, centro di produzione cinematografica dell'Italia repubblichina, sorto in alternativa a Cinecittà, all'epoca abbandonata a causa della guerra in corso.
    Girato tra il dicembre del 1944 e il febbraio del 1945 ebbe parecchie difficoltà produttive e distributive, a causa dei drammatici eventi bellici che stavano sconvolgendo l'Italia in quel periodo.

    * In principio l'attore protagonista doveva essere Memo Benassi, il quale si ammalò e dovette essere sostituito con un altro attore, dal nome ignoto, il quale pochi giorni dopo la ripresa della lavorazione morì di paralisi. In seguito il ruolo di Andrea venne affidato a Emilio Baldanello, che ebbe anche lui una paralisi e venne ricoverato in ospedale.

    * Il film circolò brevemente nella primavera del 1945 nelle sole località centro-settentrionali facenti parte della Repubblica di Salò, poco prima della fine della guerra e della caduta del fascismo.
    A oggi non risulta presente nei cataloghi dell'E.N.I.C. (l'ente pubblico che distribuì tutti i film prodotti durante la RSI) ed è dunque da considerarsi perduto.

    * Come quasi tutti i film prodotti durante il Cinevillaggio, anche L'angelo del miracolo passò completamente inosservato sia dal pubblico sia dalla critica.


    Link sul sito della censura:

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